Johannesburg. Si è conclusa l’edizione 2010 del GS Trophy e nonostante le avvincenti sfide dell’ultima giornata, la squadra inglese ha conquistato la vittoria. Al secondo posto si è classificato il Sudafrica e al terzo la squadra Scandinava. L’Italia che non è mai entrata in gioco si è classificata penultima.
L’ultima giornata ha visto i piloti cimentarsi con una prova speciale nello Stato Country Trax (in sella alla R 1200 GS), seguita da 300 km del viaggio di ritorno verso Johannesburg dove è stato annunciato il risultato della gara fotografica – il tutto alle elevate temperature africane. Altalene e tronchi hanno caratterizzato l’ultima sfida. Questo ha ribaltato i punteggi fino ad allora ottenuti, piazzando la squadra Sudafricana ad un solo punto dal primo posto, per il risultato finale la gara fotografica è stata decisiva.
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La gara fotografica ha ottenuto un grandissimo successo, tanto che il round finale ha visto più di 10.000 votanti. La squadra canadese ha vinto con circa 1/3 dei voti, mentre la squadra del Regno Unito si è inserita al secondo posto e quella Scandinava al terzo.
Con 152 punti la squadra inglese si è aggiudicata il titolo finale. Gli scandinavi si sono classificati al terzo posto a soli due punti dal Sudafrica.
Team UK, Alastair Allan: Che dire? Ben fatto. Tante emozioni e grandissimo divertimento. Come dice un mio buon amico, può anche essere con un solo punto di vantaggio, ma una vittoria è sempre una vittoria. È stata un’esperienza fantastica. Siamo stati una bella squadra e siamo diventati buoni amici e, credo, che l’unione tra di noi abbia giocato un ruolo importantissimo per la vittoria.
ST 12: Trial: Sudafrica 1; Scandinavia, 2; Regno Unito, 3.
Competizione fotografica: Canada, 1; Regno Unito, 2; Scandinavia, 3.
I nostri pezzi migliori!
Team Scandinavia, Börre Skiaker: Ogni giorno è stato fantastico, e ogni minuto è stato memorabile. Io e i miei compagni di squadra abbiamo vissuto davvero una bella esperienza.
Team Italia, Marco De Muri: il momento per noi più piacevole è stato quando il quarto giorno abbiamo raggiunto il villaggio in montagna. Ci siamo fermati per la prova speciale e lì abbiamo incontrato i bambini del villaggio. Non avevano niente se non i loro sorrisi, erano fantastici.
Team USA, Shannon Markle: il migliore momento l’ho passato con il mio compagno Glynn. È il numero uno. Non ci eravamo mai incontrati prima del GS Trophy, ma quando ci siamo trovati è stato come se ci conoscessimo da sempre. È stata anche la prima volta che incontravo tante persone provenienti da paesi diversi, è stato bello vedere l’entusiasmo di spagnoli e italiani e, alla fine, abbiamo capito che non era importante essere primi, secondi o terzi, l’importante era essere lì.
Team Giappone, Shigechika Aikawa & Tohru Tamiya: Per noi la cosa più importante è stato l’aiuto ricevuto dalle altre squadre e dallo staff di BMW. Se il team sudafricano e quello tedesco non ci avessero aiutati nel terzo e nel quarto giorno non avremmo mai potuto completare la nostra gara. Anche quando il terzo giorno Shigechika ha rotto il cambio della sua motocicletta e i meccanici l’hanno riparato durante la notte. Poi il quarto giorno si è rotto il piede e lo staff medico è intervenuto subito, senza il loro soccorso non ce l’avremmo mai fatta.
Team Canada, Dominique Lemaire: Credo sia stata una combinazione di eventi. Sono arrivato qui con l’intenzione di divertirmi, e penso di averlo fatto. Ma a parte questo, mi ritengo anche molto fortunato per essere tornato a casa sano e salvo. Abbiamo provato di tutto e ci portiamo a casa un po’ di Africa.
Team UK, Kevin Hammond: Questa mattina ci siamo detti “sarà quel che sarà”. Siamo tutti vincitori, è stata un’esperienza fantastica, abbiamo fatto 2.000 km, tutti siamo tornati a casa salvi. La parte migliore per me è stata quando siamo arrivati a Ponta Do Ouro, da cui abbiamo visto l’Oceano Indiano. Era il mio cinquantesimo compleanno, siamo andati sulla sabbia e abbiamo bevuto una birra ghiacciata.
Team Francia, Johannes de Cuitiis: L’intera settimana è stata fantastica. La cosa più importante non è vincere, ma vedere cose nuove, aiutarsi l’un l’altro. Ma poi ieri abbiamo raggiunto un buon punteggio, una vittoria, e questo ci ha dato una grande spinta.
Team Spagna, David Borcha Mateo: Siamo una bella squadra, siamo arrivati qui con l’intenzione di vivere un’avventura con piloti provenienti da altre parti del mondo e l’abbiamo vissuta; ci siamo divertiti, abbiamo avuto qualche incidente, abbiamo mangiato del buon cibo e provato emozioni positive. Gli spagnoli ridevano sempre, facevano amicizia con tutti, ci siamo divertiti molto ed è stato un peccato non aver potuto dare di più, ma siamo contenti e soddisfatti, tutto è stato più che perfetto, dal piano all’organizzazione.
Team Germania, Dirk Remmel: Forse la prova del trascinamento, sì, tantissima adrenalina in circolo. Mi ricordo che il mio pensiero era velocità, velocità, velocità, e c’erano le mucche che bloccavano il passaggio, e sentivo solo Werner Modelmann gridare! Bastava che solo una delle mucche si spostasse per farci spazio, e l’ha fatto all’ultimo momento. Abbiamo fatto più questa settimana che in tutta la vita e non vedo l’ora di andare a casa per guardare ciò che abbiamo fatto.
Team Sudafrica, Roger Kane Berman: Il giorno del test sulla sabbia con i giapponesi è stato il più difficile, ma erano così grati e riconoscenti. È stato difficile cimentarsi con le diverse lingue; è stata una gara emozionante e intensa.
Tomm Wolf, co-organizzatore GS Trophy: Tutti sono a casa, sulle loro gambe e sorridenti – sono davvero contento. Il mio pensiero era quello di raggiungere l’Oceano Indiano, e quando ci siamo arrivati, abbiamo soprannominato la giornata “Mission Ponta”- e dopo di che la parte più difficile era passata. Ora guardiamo al 2012. Le persone ci hanno chiesto se possiamo migliorare. Io credo di sì, Potete immaginare la colazione sul Machu Pichu o fare canoa sul Lago Titikaka? Penso che potremmo trovare dei bei posti.